Quando un bambino ha un disturbo specifico dell’apprendimento alcuni compiti che si svolgono abitualmente nella vita scolastica possono richiedergli particolari difficoltà. Ad esempio la lettura ad alta voce in classe per un dislessico.

In questi casi si può ritenere opportuno esonerare l’alunno da quel compito, evitando continui insuccessi che non producono un miglioramento dell’apprendimento, ma possono anzi provocare ricadute psicologiche negative.

misure dispensative

Naturalmente non sempre sono opportune le misure dispensative, spesso con impegno e magari con l’aiuto di strumenti compensativi a supporto si può superare la difficoltà. Si richiede quindi un’attenta e personalizzata valutazione che permette di stabilire quando dispensare il bambino. 

Le misure dispensative sono previste dalla legislazione, vengono individuate fin dalla diagnosi del disturbo e sono segnalate nel Piano Didattico Personalizzato.

Quando scegliere di dispensare l’alunno

La misura dispensativa non è una scappatoia da impiegare a prescindere: bisogna valutare per ogni bambino quali sono gli ambiti dove risulta più utile esonerarlo. 

Da un lato è un’importante forma di tutela per l’alunno con DSA, dall’altro non deve mai significare la perdita di occasioni di apprendimento.

Per questo bisogna attuare misure dispensative nei casi in cui:

  • Esista una difficoltà notevole.
  • Ripetere la prestazione non ne comporta l’apprendimento. 

Per citare una definizione ufficiale proposta nelle linee guida alla legge 170 del 2010:

Le misure dispensative sono invece interventi che consentono all’alunno o allo studente di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento. Per esempio, non è utile far leggere a un alunno con dislessia un lungo brano, in quanto l’esercizio, per via del disturbo, non migliora la sua prestazione nella lettura.

In sostanza le misure dispensative permettono al ragazzo di evitare di cimentarsi dove otterrebbe reiterati fallimenti.

In questi casi il continuo insuccesso avrebbe il risultato di minare l’autostima della persona, senza portare alcun miglioramento nel percorso di apprendimento.

Le misure dispensative non sono necessariamente perenni: negli anni vanno revisionate e si può valutare l’eliminazione dove si mostrano miglioramenti. Anche in questo non c’è una regola generale, ma bisogna valutare la singola persona.

Elenco di misure compensative

Per non essere solo teorici facciamo un elenco di alcune delle più diffuse misure dispensative attuabili in caso di DSA.

  • Dispensare da interrogazioni a sorpresa (DSA in generale).
  • Dare più tempo nelle prove scritte o ridurre il numero di domande (DSA in generale).
  • Diminuire la mole di compiti da fare a casa (DSA in generale).
  • Dispensare da studi mnemonici tipo poesie, regole, formule, tabelline (DSA in generale).
  • Evitare le prove scritte, sostituendole con esami orali (dislessia, disgrafia, disortografia).
  • Evitare domande aperte, privilegiando crocette o schemi di risposta semplificati (dislessia, disgrafia, disortografia).
  • Dispensare dall’uso di 4 caratteri, ovvero stampato maiuscolo e minuscolo, corsivo maiuscolo e minuscolo, per concentrarsi sullo stampato maiuscolo, in genere nel primo anno di scuola (dislessia, disgrafia, disortografia).
  • Dispensare di copiare dalla lavagna, prendere appunti, tenere un diario (dislessia, disgrafia, disortografia).
  • Evitare la scrittura sotto dettato (disgrafia, disortografia).
  • Non considerare la forma nella valutazione (disortografia).
  • Dispensare dall’uso del corsivo, che più complesso nei movimenti (disgrafia).
  • Evitare la copiatura in bella copia di temi e verifiche (disgrafia)
  • Evitare la lettura ad alta voce (dislessia).
  • Evitare di dover leggere scritti redatti a mano, come appunti o schemi (dislessia).
  • Leggere ad alta voce le consegne delle prove scritte (dislessia).

Strumenti compensativi e misure dispensative

Gli strumenti compensativi sono spesso citati insieme alle misure dispensative, visto che adempiono a una funzione simile.

La differenza sta che la misura dispensativa è l’esonero da una prestazione, mentre lo strumento è qualcosa che aiuta nello svolgimento, andando a compensare la difficoltà dovuta al DSA.

Ad esempio in caso di discalculia essere esonerati dal dover risolvere un problema di matematica alla lavagna è una misura dispensativa, avere la possibilità di risolverlo usando una calcolatrice è uno strumento compensativo.

Ottenere le misure dispensative a scuola

Ottenere le adeguate misure dispensative è un diritto dello studente con DSA, che lo accompagna per tutto il percorso scolastico, inclusi gli studi universitari.

Per poter accedere a queste misure è opportuno in primo luogo una diagnosi DSA che certifichi la presenza del disturbo dell’apprendimento. Nella relazione conclusiva della diagnosi lo specialista in genere individua le misure indicate per il caso specifico.

Tali misure compensative devono essere recepite dalla scuola tramite lo strumento del PDP (Piano Didattico Personalizzato) che poi verrà firmato anche dalla famiglia.

Generalmente le misure di esonero sono trasversali alle varie materie scolastiche.

marta marsano psicologa

Marta Marsano

Psicologa specializzata nei disturbi specifici dell’apprendimento e in dislessia, fondatrice di InfoDSA.

Offre supporto psicologico in età evolutiva e supporto psico-pedagogico ai genitori di bambini con dsa.

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