Tra i quattro disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) due sono relativi alla scrittura, la disgrafia e la disortografia. La disgrafia riguarda una difficoltà nell’aspetto motorio esecutivo che l’atto di scrivere comporta.

Ne derivano ad esempio una fatica nello scrivere e nell’impugnare la penna, una cattiva grafia a livello estetico e un disordine nell’organizzazione delle lettere sul foglio.

Cos’è la disgrafia

L’etimologia del termine indica molto chiaramente il significato della parola disgrafia, che deriva dal greco e fonde il prefisso peggiorativo “dis” (δυσ) con la parola “grafia” (γραϕία) che significa scrittura. Letteralmente disgrafia significa quindi “cattiva scrittura”.

Nel più recente DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), la disgrafia viene contrassegnata come:

disturbo dell’espressione scritta. la difficoltà nel tenere in mano e ben salda una matita o una penna; il fare errori di ortografia costanti; la difficoltà nella riproduzione grafica dei numeri e nell’ordine delle parole all’interno del foglio.

La normativa di riferimento (Legge 170 del 2010) invece ci fornisce una definizione di disgrafia molto sintetica e appropriata:

“Si intende per disgrafia un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella realizzazione grafica. “

Quindi in poche parole la disgrafia è un disturbo non verbale, che riguarda la scrittura, si manifesta con difficoltà nel tracciare segni grafici e una grafia faticosa e disordinata. A creare problemi nella scrittura può essere anche una difficoltà nella coordinazione dei movimenti (disprassia).

La disgrafia non è da confondere con l’agrafia, ovvero un disturbo acquisito che consiste nella perdita dell’abilità di scrittura. Spesso questo disturbo è dovuto a un ictus o una malattia degenerativa, mentre un disgrafico ha una difficoltà innata, di causa neurobiologica.

Disgrafia: approfondimenti

consigli sulla disgrafia Quaderni per disgrafici. Scopriamo come sono fatti i quaderni per agevolare la scrittura, con righe colorate e margini e come scegliere il miglior quaderno per disgrafici.
  • Esercizi per la disgrafia. Scopriamo quali esercizi possono essere utili a potenziare le abilità importanti per la scrittura, aiutando la riabilitazione della disgrafia.
  • Prerequisiti della scrittura. Scrivere diventa un gesto automatico, ma coinvolge diverse attività. Comprendere quali sono è utile, in particolare per aiutare bambini con disgrafia.
  • Strumenti compensativi per la disgrafia. Per aiutare un bambino disgrafico si possono mettere in campo diversi strumenti: dai quaderni colorati alle penne ergonomiche: scopriamoli.

Come si riconosce

Saper riconoscere la disgrafia è importante: non diagnosticare il dsa significa lasciare il bambino solo con le sue difficoltà di scrittura, determinando grandi fatiche a scuola, che possono avere conseguenze sulla sfera emotiva e sull’autostima.

Per questo motivo è bene che genitori e insegnanti prestino attenzione a possibili “sintomi” di disgrafia, che possono fare da campanello d’allarme in età prescolare e nei primi anni di scuola primaria.

Non tutti i bambini che scrivono male o che faticano a imparare l’abilità della scrittura sono disgrafici, la diagnosi di disgrafia deve essere effettuata da specialisti. I genitori però dovrebbero saper riconoscere i segnali che possono far nascere il sospetto di un DSA, in modo da poter richiedere questa diagnosi quando necessario.

I segnali più evidenti della disgrafia sono una fatica nello scrivere (lentezza, difficoltà nell’impugnatura, eccessiva pressione della penna sul foglio) e un’organizzazione disordinata dello scritto sul foglio (testo che esce dalle righe, spaziature irregolari, caratteri che si sovrappongono). Abbiamo dedicato un articolo specifico a elencare tutti i segnali di questo disturbo della scrittura.

Disgrafia e disortografia

I DSA che riguardano la scrittura sono due: la disgrafia e la disortografia. Spesso vengono confusi ma non sono la stessa cosa.

Come abbiamo visto la disgrafia è legata all’azione di scrivere, a partire dall’impugnare la penna e da tracciare le lettere, la disortografia invece è una difficoltà relativa alle regole di traduzione dal linguaggio parlato allo scritto.

Semplificando: una brutta grafia e un foglio disordinato sono il risultato di una disgrafia, uno scritto scorretto per gli errori ortografici è disortografia.

I disturbi possono comunque presentarsi insieme in uno stesso soggetto (comorbilità).

Esercizi e strumenti

I DSA si affrontano tramite diverse strategie (strumenti compensativi, misure dispensative…).

Nel caso specifico della disgrafia risultano molto utili esercizi di potenziamento quali training muscolare ed esercizi volti a migliorare la coordinazione della mano. In questo modo si possono superare le difficoltà grafo motorie, per cui possiamo parlare di riabilitazione dalla disgrafia.

Come strumenti ecco alcune idee:

  • Quaderni speciali per disgrafici, che aiutano a organizzare lo spazio nel foglio.
  • Matite e penne ergonomiche o impugnatori, per facilitare l’impugnatura e diminuire la pressione sul foglio.
  • Registratori e smart pen, per prendere appunti a scuola senza ansia di perdere informazioni.
  • Video scrittura, che permette al bambino disgrafico di concentrarsi sulla composizione e non farsi condizionare dalla fatica della grafia.

Il tema degli strumenti compensativi è molto importante e si può approfondire leggendo l’articolo dedicato proprio agli strumenti utili per disgrafici.

marta marsano psicologa

Marta Marsano

Psicologa specializzata nei disturbi specifici dell’apprendimento e in dislessia, fondatrice di InfoDSA.

Offre supporto psicologico in età evolutiva e supporto psico-pedagogico ai genitori di bambini con dsa.

Disgrafia: domande frequenti

Qui di seguito trovate una serie di domande frequenti sulla disgrafia, con risposte sintetiche della dottoressa Marta Marsano. Se avete altre domande, fatele pure utilizzando il format dei commenti.

Disgrafia: cosa si può fare?

Dopo aver diagnosticato la disgrafia è utile fare una serie di esercizi che possano potenziare alcune abilità implicate nella scrittura (muscolari della mano, di coordinazione oculo manuale) e parallelamente dotarsi di strumenti compensativi adeguati che permettano di ovviare a molti problemi frequenti nella scuola.

Disgrafia e disortografia: quali sono le differenze?

Sono entrambi disturbi specifici dell’apprendimento legati alla scrittura, la differenza, come dice il nome, è che la disgrafia riguarda la grafia (il gesto di scrivere) mentre la disortografia riguarda l’ortografia (la correttezza dello scritto, quindi la decodifica dei suoni in parole).

La disgrafia è un problema a scuola?

La disgrafia può essere un grave problema per il bambino nel percorso scolastico, visto che la scrittura è fondamentale. Tuttavia se adeguatamente riconosciuta si possono trovare i metodi per ovviare alle fatiche che questo DSA comporta (misure dispensativi, esercizi di potenziamento, strumenti compensativi) e vivere una serena esperienza a scuola.

Quali sono le cause della disgrafia?

La disgrafia è un disturbo di origine neurobiologica, che non dipende da scarsa intelligenza. I bambini disgrafici sono intelligenti, ma per un carattere innato del neurosviluppo hanno difficoltà a compiere il gesto dello scrivere. Per approfondire: articolo sulle cause della disgrafia.

La disgrafia è un problema genetico?

Non c’è una risposta certa, perché la scienza deve ancora indagare molto sul cervello umano. Esaminando i dati sembra emergere una famigliarità tra persone disgrafiche, che fa pensare a un’origine genetica della disgrafia.

Cosa si intende con agrafia?

L’agrafia è un disturbo neurologico acquisito (per via di un evento traumatico o una malattia degenerativa), differisce dalla disgrafia che è invece un disturbo innato del neurosviluppo. Entrambi riguardano l’abilità della scrittura.

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