La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) che implica una difficoltà specifica nella lettura.

Per un bambino dislessico non riconosciuto affrontare la scuola può risultare una fatica enorme: leggere è un’abilità fondamentale nel percorso didattico, fin dalla scuola primaria.

diagnosi della dislessia

La legislazione riconosce la dislessia (legge 170 del 2010) e prevede che agli alunni dislessici siano garantite le stesse opportunità dei loro compagni, tramite opportuni strumenti compensativi e misure dispensative. Per attivare queste misure serve una certificazione della dislessia, tramite diagnosi, con cui si possa stabilire un PDP (piano didattico personalizzato).

L’iter diagnostico della dislessia è standardizzato e prevede che vengano somministrati al bambino una batteria di test, la diagnosi clinica deve essere realizzata da specialisti accreditati.

Scopriamo quando si può effettuare una diagnosi di dislessia, chi può richiederla e dove farlo. Vedremo anche come funziona e in cosa consistono i test che saranno somministrati al bambino.

Quando richiedere la diagnosi

La diagnosi della dislessia evolutiva,  come tutte le diagnosi cliniche di dsa, deve essere richiesta dalla famiglia del bambino, quando i genitori, eventualmente consigliati dagli insegnanti o dal pediatra, riscontrino difficoltà nell’apprendimento della lettura.

Ci sono una serie di segnali che possono fare da campanello d’allarme, è importante che i genitori sappiano riconoscere i segnali della dislessia, per richiedere una diagnosi tempestiva.

In Italia si stima che la dislessia riguardi il 3-4% della popolazione scolastica, è quindi un fenomeno non trascurabile. Le diagnosi purtroppo arrivano spesso in modo tardivo, per disattenzione e mancata consapevolezza.

Alcuni sintomi si possono notare in età prescolare, ma la dislessia si manifesta più chiaramente all’inizio del percorso scolastico del bambino, quando si trova a dover imparare a leggere: in genere mostra fatica, errori frequenti e lentezza nell’apprendimento e nella pratica della lettura.

Si può fare la diagnosi clinica di dislessia a partire dal secondo anno della scuola primaria (7 anni).

Diagnosticare la dislessia per tempo è fondamentale, perché permette di aiutare il bambino durante il suo percorso formativo, ed evitare di colpevolizzarlo o di farlo sentire inadeguato. Una diagnosi mancata produce nel bambino sofferenza e frustrazione che determinano spesso disinvestimento e demotivazione per l’apprendimento. In casi severi si può incorrere in ricadute psicologiche quali fobia scolare e depressione.

In caso non sia stata riconosciuta prima tuttavia esiste la possibilità di fare una diagnosi di dislessia anche per gli adulti.

Lo screening

Gli screening per i dsa sono dei test (ad esempio le prove MT) che possono essere realizzati sui bambini per valutare un possibile DSA. Possono essere somministrati a scuola, da psicologi, logopedisti, ma anche insegnanti.

Non hanno valore diagnostico, ma sono utili per identificare ipotetiche dislessie e segnalarle alla famiglia in modo da attivare una diagnosi vera e propria.

Dove fare la diagnosi e come richiederla

Le modalità di richiesta e i professionisti abilitati a diagnosticare la dislessia variano regione per regione, in genere per richiedere una diagnosi di DSA, conviene rivolgersi alla ASL o ATS di competenza territoriale.

E’ possibile anche pensare di rivolgersi privatamente a professionisti accreditati, in alcuni regioni si tratta di microequipe, composte da neuropsichiatra, psicologo e logopedista.

A seguito dell’accordo Stato-Regioni “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA)” del 25 luglio  2012: le singole regioni, hanno scelto che ci siano degli enti accreditati per la diagnosi e che quindi possono rilasciare le certificazioni.

Quanto costa la diagnosi clinica?

Il costo di una diagnosi è variabile in relazione alla struttura a cui si chiede, purtroppo non è un servizio economico, comportando ore lavoro di diversi specialisti. Mediamente una diagnosi clinica può costare privatamente 250 / 500 euro.

Il Sistema Sanitario Nazionale aiuta i genitori che non possono permettersi una visita privata specialistica, per cui ci si può rivolgere tramite l’ASL alle strutture pubbliche. In alcuni casi questo però comporta un’attesa piuttosto lunga (anche diversi mesi, prima di accedere alla prima visita con un neuropsichiatra. Bisogna fare attenzione ai tempi di attesa, perché è importante diagnosticare la dislessia tempestivamente.

diagnosi della dislessia

Come funziona la diagnosi clinica

La diagnosi della dislessia viene effettuata mediante test somministrati da specialisti (neuropsichiatra infantile, psicologo e logopedista).

Colloquio e visita con il neuropsichiatra infantile

Il primo passaggio solitamente è un colloquio con il neuropsichiatra infantile (NPI), che fa un esame generale e neurologico, da questa osservazione clinica l’NPI può decidere ulteriori visite specialistiche o approfondimenti (come un esame audiometrico o una visita oculistica).

In prima battuta infatti è importante accertare che le difficoltà nella lettura non siano causate da deficit sensoriali (come problemi alla vista).

In genere è il neuropsichiatra a stabilire quali test sono da somministrare al bambino.

Valutazione psicologica e logopedica

Lo psicologo deve escludere disturbi psicopatologici e fare una valutazione delle abilità cognitive.

Siccome per avere una dislessia il QI deve essere uguale o superiore alla norma, ovvero deve avere un punteggio di almeno 85. Per questo si somministrano test legati alle abilità cognitive verbali e non, come WISC IV o, per bambini più piccoli, WPPSI IV.

Si procede a somministrare i test decisi in concerto con il medico NPI, questi test standardizzati sono volti ad accertare abilità

Relazione e colloquio restitutivo

Al termine dei test per DSA si realizza una relazione, in cui oltre ai risultati si trovano le conclusioni della diagnosi e le strategie per migliorare la situazione del ragazzo, con particolare attenzione all’apprendimento scolastico. Nella relazione si individuano strumenti compensativi che possono aiutare e le adeguate misure dispensative.

Con il colloquio restitutivo alla famiglia si conclude l’iter della diagnosi e viene rilasciata l’eventuale certificazione di dislessia.

I test per diagnosticare la dislessia

I test utilizzati nella diagnostica clinica sono diversi, vengono somministrati come abbiamo detto da professionisti del settore: psicologi, neuropsichiatri, logopedisti. La valutazione poi non viene fatta solo attraverso test ma è frutto anche di interpretazione degli specialisti.

Esistono test di autovalutazione e questionari online, ma non hanno valore diagnostico e come lo screening sono utili solo per decidere di intraprendere una diagnosi..

Per valutare i DSA, bisogna prima valutare attraverso un test multicomponenziale il livello intellettivo,in genere tramite il test WISC IV. Vengono somministrate una serie di prove per indagare diverse aeree: ragionamento visuo-spaziale, memoria lavoro, competenze di tipo scolastico, capacità attentive. In alcuni casi vengono usati anche test monocomponenziali di livello intellettivo.

Alcuni test in uso nelle diagnosi di dislessia:

  • De.Co.Ne (parole, brano di non parole, non parole)
  • DDE-2 (parole e non parole)
  • Prove di lettura S. Lucia
  • Prove MT per la scuola primaria
  • Nuove prove MT per la scuola Secondaria di I Grado
  • MT-Avanzate 3
  • MT16-19

La diagnosi della dislessia in età adulta

In età adulta non è semplice accedere alle misure di supporto della legge 170 e anche la valutazione e la diagnosi sono certamente più difficili da ottenere.

Negli ultimi anni, c’è stato un grande sviluppo di questionari in questo ambito, come per esempio: l’Adult Dyslexia Check LIst che viene somministrato prima di passare a una valutazione di tipo neuropsichiatrico.

Fare diagnosi anche in età adulta può risultare utile, anche se in molti casi le difficoltà sembrano essere compensate completamente.A volte alcune problematiche causate dai disturbi dell’apprendimento, possono celare grandi frustrazioni nel corso della vita, difficoltà scolastiche e problemi in ambito di lavoro.

La diagnosi, offre una differente chiave di lettura di sé stessi, quindi può portare il soggetto a vivere meglio le sue difficoltà giornaliere che spesso passano in secondo piano per via degli impegni.

Quanto dura la diagnosi

La dislessia è un carattere innato e non può guarire. Per questo motivo la diagnosi è una certificazione per sempre, senza scadenza.

Tuttavia un dislessico può migliorare, per cui è importante che il DSA venga rivalutato, aggiornando il profilo personale (si può approfondire l’articolo su la rivalutazione della diagnosi)

 

marta marsano psicologa

Marta Marsano

Psicologa specializzata nei disturbi specifici dell’apprendimento e in dislessia, fondatrice di InfoDSA.

Offre supporto psicologico in età evolutiva e supporto psico-pedagogico ai genitori di bambini con dsa.

Domande sulla diagnosi

Come si può sapere se si è dislessici?

L’unico strumento clinico per individuare la dislessia è la diagnosi. Ci sono alcuni segnali che possono fare ipotizzare un disturbo d’apprendimento ma per poter dire che si tratta di DSA è necessaria la diagnosi.

Dove fare una diagnosi di dislessia?

Le modalità esatte di diagnosi e i soggetti accreditati variano a seconda della regione. In genere si può rivolgersi alla ASL territoriale o a centri accreditati. Può essere utile chiedere informazioni all’Associazione Italiana Dislessia (AID).

Chi può diagnosticare la dislessia

La diagnosi deve essere fatta tramite test somministrati da specialisti: neuropsichiatra infantile, psicologo e logopedista, a seconda della normativa regionale può essere necessario rivolgersi a centri, equipe o specialisti accreditati.

Quanto costa la diagnosi di DSA?

Il costo di una diagnosi di dislessia è variabile, in base alla regione e al centro a cui ci si rivolge. Indicativamente può costare intorno ai 400 euro, con una possibile variabile in più o in meno.

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